Sabato 5 ott 13 di Emanuele Renzi
Cari amici,
credo che una delle richieste più grandi da fare a Dio, appena ci svegliamo la mattina, sia quella del dono della carità. Il nostro cuore è troppo pigro e incapace di amare e ogni mattina, sull’esempio di Madre Teresa di Calcutta, chiediamo al Signore di rinnovarci per provare quantomeno ad imitare questo grande amore che dimentica se stesso per andare incontro all’altro. Questo è vero sia in famiglia, sia verso la comunità e la società in genere.
Dagli scritti della Beata Madre Teresa di Calcutta: “Prima di toccare un sofferente, prima di ascoltare un sofferente, pregate. Per poter amare quel sofferente, avete infatti bisogno di un cuore puro. Voi non potete amare ì malati e i sofferenti se non amate quelli che vivono con voi sotto lo stesso tetto. Per questo è assolutamente necessario che preghiamo. Il frutto della preghiera è l’approfondimento della fede; il frutto della fede è l’amore; il frutto dell’amore è il servizio. La preghiera ci dà il cuore puro e il cuore puro può vedere Dio. E vedendo Dio gli uni negli altri ci ameremo scambievolmente come ci ama Gesù. Quello che Gesù è venuto a insegnarci facendosi uomo sta tutto qui: amarci gli uni gli altri.
Non crediamo che la povertà consista solo nell’avere fame di pane, nell’essere nudi per mancanza di vestiti, nell’essere privi di un’abitazione di mattoni e di cemento. Esiste una povertà ancora più grande: quella di non sentirsi amati, non sentirsi desiderati, sentirsi emarginati. Quella di non avere nessuno nella vita.” Sia lodato Gesù Cristo!
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