Sabato 2 mar 13 di Emanuele Renzi Cari amici,
il Signore, nel suo Vangelo del giorno ci presenta la parabola del figliol prodigo. Devo ammettere che è una delle mie preferite. Ogni gesto compiuto dal ragazzo che è andato via di casa con l’eredità del padre ci fa riflettere davvero su come tante volte chiediamo per egoismo… e le cose non vanno poi così bene. Che gioia però sapere che c’è un Padre sempre pronto a perdonarci! 🙂 Guardando invece al fratello del figliol prodigo, colui che ha sempre lavorato in casa e non ha mai chiesto nulla al padre, vediamo un personaggio forse più interessante per chi già vive la “dimensione Chiesa”. Riflettiamo sul modo in cui viviamo il nostro servizio nella parrocchia o nei gruppi di preghiera: se lo facciamo solo per senso del dovere abbiamo sbagliato tutto.
La “gerarchia” è chiara:
1) Dio ci dona il suo amore
2) Ricevuto questo amore siamo chiamati a ridonarlo ai fratelli
Lavoriamo prima su noi stessi con incessante preghiera, altrimenti rischiamo di servire aridamente e freddamente la Chiesa. E probabilmente ci stancheremo.
Sia lodato Gesù Cristo
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