
In una pausa dal servizio informazioni del seminario “figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati… ” dell’associazione APAM cui appartengo, mi reco ad odorarle… Amo particolarmente il profumo delle ginestre, dolce e fiero, ammaliante e meditativo (ho usato questa essenza per comporre un profumo che nell’idea del mio committente doveva racchiudere in sé il profumo della primavera di Gubbio). Se penso in termini “aromatici” all’opera del Signore, instancabile nel portare al bene l’uomo anche (o forse dovrei dire soprattutto?) attraverso le asperità della vita, allora di sicuro questa Sua opera porta con sé il profumo della ginestra.
La ginestra, apparentemente, non ha vita facile: la trovi spesso arrampicata su pendii aspri e scoscesi, radicata tenacemente a pietraie, terre povere e magri pascoli. Il suo aspetto durante la maggior parte dell’anno è tutt’altro che attraente, formato com’è da fusti verde-grigio ruvidi e coriacei. Non mette neppure le foglie, se non durante un breve lasso di tempo attorno al periodo della fioritura, ma sono foglioline talmente poco appariscenti e così effimere…
Penso dunque alla maggior parte dell’umanità, arrampicata precariamente alle ruvide rocce della vita, che non concede nulla in più (e spesso parecchio di meno). Penso anche alla maggior parte degli esseri umani come me “poveri in spirito” (non nel senso buono evangelico del discorso della montagna, ma nel senso letterale, ahimè, di povertà di vita spirituale, così tenacemente ed egoisticamente abbracciati…. ai sassi….).
Siamo ginestre, cespugliose e ruvide, abitanti terre ostili, che per paura o egoismo siamo però incapaci di abbandonare. Siamo ginestre, disadorne e rustiche, tenacemente attaccate al poco e all’ appena sufficiente. Siamo ginestre, selvatiche e austere, che creano muri di selva impenetrabile. Ma quando l’amore di Cristo passa e ci sfiora, da quei fusti ferrei e aguzzi esplodono colore e fragranza irresistibili! Ed ora siamo ginestre gialle e odorose, nuvole di fiori delicati eppure durevoli, e ammaliamo e attiriamo a noi con il nostro odore giallo e conturbante, che danzando di luce sale al cielo.
Dany Zenobi