"The tree of life" (film)

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Il film “Il Signore ha dato, il Signore ha tolto. Benedetto il nome del Signore” (da libro di Giobbe). Dal Caos alla Creazione. La brutalità dei primi animali e la comparsa dell’uomo sulla terra. Il peccato e il dolore. Poi, una famiglia: il padre cristiano e molto rigido, musicisca frustrato, educa i tre figli maschi con pugno duro; la madre invece è molto permissiva. Nella preghiera e nel raccoglimento, si presenta una forte autorità paterna che porta ad una chiusura e ad una sofferenza dei figli, tanto che uno dei tre muore suicida in circostanze misteriose. Il figlio più grande vive oggi a New York e non si è ancora liberato dal doloroso ricordo.

Genere: drammatico Diretto da: Terrence Malick Interpreti: Brad Pitt (sig. O’Brien), Jessica Chastain (sig.ra O’Brien), Sean Penn (Jack), Fiona Shaw (nonna), Joanna Going (moglie di Jack), Hunter McCracken (Jack giovane), Laramie Eppler (RL), Tye Sheridan (Steve), Jessica Fuselier (guida), Irene Bedard (fattorina). Durata: 139 minuti Distribuito da: 01 Distribuzione

Commento di Emanuele Renzi “Ci sono due modi di vivere la vita: la via della natura e la via della grazia.” Questa frase, con una citazione di Giobbe all’inizio del film, è il cuore di tutta la storia. La via della natura è la via degli animali e quella scelta dalla scienza, una via fatta di sopravvivenza e di leggi naturali, la legge del più forte… e la legge della solitudine. Poi c’è la via della grazia divina, la via della Provvidenza e dell’amore di un Dio che si è fatto uomo ed è morto per noi. La vita stessa è una grazia. Avere una famiglia, un lavoro, dei figli, è una grazia. Ma lo è anche la sofferenza, se abbiamo deciso di percorrere questa via. Perchè anche la sofferenza può essere gioia, quando ci abbandoniamo alla volontà di Dio, quando ci rendiamo conto che Lui sa quello che sta facendo e si prende cura di noi. Anche una sofferenza, come la perdita di un figlio, può essere l’occasione per riflettere sui propri errori, suoi propri peccati.Un altro argomento che ho trovato interessante nel film è la figura autoritaria del padre di famiglia. Nella pellicola, questo personaggio si mostra eccessivamente rigido, tanto che i figli prendono le distanze da lui. Ma vorrei condividere un pensiero soltanto… Oggi viviamo in una società in cui la figura paterna non ha più autorità sui figli, nè tantomento sulla moglie, (si parla qui di un’autorità buona e necessaria, non rigida come quella del film in esame) e questo fa sbandare tutta la famiglia. Senza autorità, un figlio potrebbe perdersi, venendo a mancare un riferimento importante nelle scelte di tutti i giorni come in quelle importanti. Nell’autorità paterna si riflette l’autorità di Dio Padre. Gli stravolgimenti sociali del 1968 e delle rivoluzioni consumistiche degli anni successivi fino ai bombardamenti mediatici di oggi, hanno allontanato questa figura dalla vita familiare. Oggi il padre, in molti casi, è un personaggio che non comprende gli avvenimenti della famiglia, è una figura oserei dire quasi marginale. Basta guardare le pubblicità… come viene rappresentato? Vi invito a farci caso nel prossimo spot televisivo che vedrete. Non riflette di certo l’idea di una guida per i figli… al massimo… è un bravo consumatore di merendine! Forse che la scomparsa dell’autorità paterna sia il frutto di una eccessiva rigidità del passato? Tutto è possibile, ma ora guardiamo al futuro e ai nostri figli! Per concludere, un film ricco di importanti cenni biblici, come non si vedeva da tempo. L’unica nota dolente, a mio avviso, è il linguaggio utilizzato dal regista, a tratti un pò troppo soggettivo e quindi non immediatamente comprensibile. Passati i primi minuti, comunque, la storia si fa più chiara e lineare. Se avete la pazienza di guardarlo, son certo che vi regalerà forti spunti di riflessione per vivere meglio la sofferenza di ogni giorno e la vita familiare.

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