
L’Oudh si estrae da un genere di piante sempreverdi di alto fusto chiamate Aquilaria, che crescono nel sud est asiatico.
Capita che le piante, dal legno chiaro e tenero, vengano ogni tanto attaccate da parassiti (funghi, muffe, microbi, … ) che ne intaccano il fusto. Per proteggersi, secernono una sostanza oleosa che si trasforma presto in resina, che indurisce e rende il legno molto scuro.
Le parti delle piante così colpite vengono staccate e distillate. L’essenza che si ottiene è meravigliosa: unisce toni legnosi vibranti, caldi e profondi, dal vago accento animale a sentori di incenso e resine dolci, con una lieve nota balsamica. Poche gocce di oudh donano ai profumi, sia maschili che femminili una ricchezza impareggiabile e una attrattiva singolare. Uso questa essenza per composizioni orientali, esotiche e sensuali. Esistono in commercio dei surrogati sintetici e a buon prezzo che simulano il profumo dell’ oudh, ma non riescono ad avvicinarsi neanche un pò all’originale naturale.
Tanto più vecchi sono gli alberi e dunque tanto più a lungo hanno dovuto sopportare le aggressioni dei parassiti, tanto migliore è il legno resinoso che producono e tanto migliore è l’essenza che si estrae.
Mi viene naturale pensare a tutto ciò come ad un comma di quella legge della vita che suona più o meno così: le cose più belle e durature necessitano di tempo e sacrificio per poter esistere. Senza sforzo, impegno, passione e sacrifici non si ottengono che risultati destinati a svanire presto. Amore e felicità vanno seminati, coltivati e protetti con impegno, dedizione e sincerità. Felicità più immediate possono altresì essere raggiunte senza sforzo, magari aiutandosi con una pasticca di extasy, ma sarà solo un surrogato, effimero e pericoloso, della felicità.
Penso ancora ad un altro comma della stessa legge, il quale stabilisce che le difficoltà e le sofferenze della vita possono rendere la medesima più “profumata” se questi sacrifici sono fatti e offerti per amore; ed anzi è noto il fatto che chi più ha sofferto per amore, più è capace di amare e comprendere tutto il bene dell’esistenza.
Noi cristiani poi, che ci rapportiamo all’Amore Assoluto, che ha donato tutto se stesso per renderci figli ed eredi di un amore senza fine, possiamo dunque essere di esempio per tutti i sofferenti di questa terra nel corpo e nello spirito, poiché sappiamo che ogni male patito, se offerto a Colui che più di tutti ha sofferto per amore, si trasformerà in fragranza sublime il cui profumo possiamo percepire già durate questa nostra effimera vita, quale anticipo di Paradiso.
Concludo con un altro breve pensiero: il legno chiaro, dolce e tenero di un albero bellissimo può essere attaccato e perfino fisicamente distrutto da tanti agenti patogeni e divenire nero e duro; ma non è questo il finale scritto da Dio: egli raccoglierà i resti neri e duri delle nostre esistenze, poveri rimasugli di quella che può apparire come una impari lotta contro il male, e li trasformerà in una fragranza meravigliosa e inimitabile, che aleggerà attorno a Lui per sempre.
Dany Zenobi